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, intimo eppure universale, empatico, per la gioia di spettatori che lo hanno accolto con calore, applaudito, a tratti acclamato.
Niccolò Fabi
ha celebrato vent'anni di carriera di fronte a un pubblico da grandi occasioni, che ieri sera ha occupato ogni posto disponibile dell’Anfiteatro del Vittoriale: la qualità paga, e sia pure dopo una prolungata gavetta e un passato di considerazione ridotta, il romano oggi è nell’Olimpo cantautorale nazionale.
Introdotto da una opener a sorpresa, Chiara Dello Iacovo, Fabi si presenta con un look semplice: maglietta bianca e jeans, ricci brizzolati in libertà. Niccolò racconta storie di cui egli stesso è il collante. La filosofia - di vita e d’arte - che sigilla una fase della sua carriera («
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» ha infatti dichiarato), è racchiusa in «
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», brano che presta il titolo al disco più riuscito, più raccolto e, contemporaneamente, più diretto che ha inciso.
“Prendersi cura, delle persone e delle cose, è un concetto assolutamente radicale”, osserva Naomi Klein. “È interessante il fatto che ci metta in difficoltà. Penso che dobbiamo farlo nostro”. Klein è quanto di più simile a una rock star si possa trovare nella sinistra radicale. È un personaggio pubblico fin da quando la sua opera prima, No logo , è diventato un libro di culto del movimento no global nei primi anni duemila, ma lei rifugge la celebrità.
La incontro all’inizio di giugno al People’s summit , una grande riunione dei progressisti statunitensi organizzata a Chicago, un paio di giorni prima della pubblicazione del suo ultimo libro, No is not enough . Ma Klein non è qui per promuovere il suo lavoro. Come tutti gli altri, è qui perché le importa.
«L’amore è molto meglio quando non si è sposati», sosteneva Maria Callas. Eleonora Abbagnato (lo provano anche queste foto) non è d’accordo, ma non ha potuto dirglielo. Banalmente per una questione di tempo. Sulla linea della cronologia, una moriva 40 anni fa, quando l’altra, quasi, nasceva. Di buono, nell’inevitabile, c’è che se nella Storia si sono sfiorate, per i miracoli dell’arte, proprio in questi giorni al Festival dei due mondi di Spoleto si rincontrano e fondono insieme.
L’étoile dell’Opera di Parigi e direttrice del Balletto dell’Opera di Roma se l’è fatto come regalo per i suoi 39 anni, compiuti il 30 giugno: un compleanno danzando al Teatro Romano, con uno spettacolo dedicato alla «Divina» (1 e 2 luglio), dopo una festa a bordo piscina al Baio Relais & Natural Spa Spoleto con tutta la famiglia: il marito, l’ex calciatore Federico Balzaretti e i figli di entrambi Julia, 5 e Gabriel, 2, le figlie di lui, Lucrezia, 12, e Ginevra Vittoria, 9, i genitori venuti dalla Sicilia, Elio e Piera, gli amici intimi, i suoi ballerini italiani e francesi.